No, è completamente falso. Non vi è alcuna valida prova scientifica che dimostri una correlazione tra vaccini e cancro.
LA SMENTITA DELLA SCIENZAI vaccini sono una delle più grandi conquiste della storia dell’umanità, e hanno consentito di contrastare in maniera straordinariamente efficace la frequenza di molte malattie infettive, alcune delle quali potenzialmente letali.
Nel complesso, i vaccini attualmente disponibili sono caratterizzati da un rapporto tra beneficio (protezione dall’infezione) e rischi (possibili effetti collaterali) assolutamente favorevole.
Il timore che i vaccini possano causare il cancro nasce da uno spiacevole episodio risalente agli anni ’50-’60 del secolo scorso, quando si scoprì che alcuni lotti del vaccino antipoliomielite erano stati contaminati dal virus SV40. Diversi esperimenti di laboratorio hanno mostrato un ruolo potenzialmente oncogenico per questo virus, ed una recente meta-analisi di diversi lavori scientifici in ambito molecolare, ha effettivamente correlato l’SV40 ad un rischio più elevato di sviluppare diversi tumori umani (1). Fra le neoplasie maggiormente correlate vi sarebbero sarcomi ed ependimomi. Attualmente l’SV40 è classificato come sostanza cancerogena di tipo 2A, vale a dire una sostanza per cui le evidenze scientifiche sono abbastanza suggestive circa una sua correlazione con lo sviluppo di cancro, ma per cui le prove scientifiche sono comunque ancora non definitive (1). Va detto, ad ogni modo, che nessuno studio epidemiologico retrospettivo condotto su popolazioni che avevano avuto un rischio di elevato di aver assunto vaccino contaminato ha mostrato un’aumentata incidenza di tumori (1). È chiaro inoltre che questo episodio emblematico resta circoscritto al caso specifico e la potenziale cancerogenicità, peraltro mai provata, dei vaccini contaminati era legata appunto alla presenza dell’SV40 e NON al principio attivo del vaccino.
Un certo grado di preoccupazione lo hanno generato anche i conservanti a base di mercurio contenuti in alcuni vaccini, peraltro presenti solo in lotti prodotti negli Stati Uniti d’America. Tuttavia, dopo decenni di osservazioni epidemiologiche non è stato possibile stabilire alcuna correlazione con lo sviluppo di tumori. In ogni caso, per rassicurare tutti su questo aspetto, va ribadito che tali sostanze sono state eliminate dai vaccini già nel 1999 (2).
Alcuni timori ingiustificati si sono creati anche attorno al vaccino contro l’HPV (human papilloma virus), il quale tuttavia utilizza un virus inattivato, che pertanto non può avere alcun ruolo nello sviluppo del carcinoma della cervice uterina. Anzi, tale vaccino rappresenta ad oggi l’arma più efficace per la PREVENZIONE di tale patologia tumorale, con un eccellente profilo di sicurezza e notevoli risultati in termini di efficacia (3). Un altro vaccino che è in grado di RIDURRE l’incidenza di un tumore è il vaccino per il virus dell’epatite B. L’infezione da epatite B è una delle cause principali dell’insorgenza del tumore al fegato (epatocarcinoma): ancora oggi, centinaia di migliaia di persone nel mondo, affette da epatite B, sviluppano l’epatocarcinoma. Grazie al vaccino, che contrasta efficacemente l’infezione da virus dell’epatite B, l’incidenza di epatocarcinoma associata a tale forma di epatite è destinata a ridursi drasticamente nei prossimi anni.
In conclusione, non esiste alcuna correlazione tra sviluppo di tumori umani e vaccini attualmente utilizzati nella pratica clinica. Al contrario, i vaccini sono caratterizzati da un profilo di sicurezza assolutamente favorevole.
Bibliografia
1. Regis A. Vilchez, et al. Emergent Human Pathogen Simian Virus 40 and Its Role in Cancer Clin Microbiol Rev. 2004 Jul; 17(3): 495–508.
2. AIRC. I vaccini attualmente raccomandati possono provocare il cancro? http://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/corretta-informazione/vaccini-possono-provocare-cancro.
3. John T. Schiller et al., A Review of Clinical Trials of Human Papillomavirus Prophylactic Vaccines. Vaccine. 2012 Nov 20; 30(0 5): F123–F138.